Con il termine Reigi si intende tutto ciò che concerne la buona etichetta di comportamento all’interno del Dojo, ma anche all’esterno. In esso sono raggruppati tutti i concetti di educazione, cortesia, rispetto verso il Maestro ed i compagni di pratica. Attraverso l’educazione che si apprende al Dojo si dovrebbe raggiungere lo stesso modo di porsi all’interno della società in cui viviamo. Il Reigi dunque si trasforma in un modo di vivere.
Il Fondatore dell’Aikido, O’Sensei Morihei Ueshiba, riteneva che il fine delle Arti Marziali dovesse essere il servizio alla società. All’interno di un cammino marziale vi sono delle gerarchie, che indicano una maturità nel percorso intrapreso. Vi sono quindi i Senpai, ovvero gli allievi anziani di pratica, i Dohai, gli allievi che condividono lo stesso cammino e i Kohai, i principianti. E’ molto importante che nasca il rispetto verso gli allievi “anziani” da parte dei Kohai in quanto vengono aiutati nel progredire all’interno dell’Aikido dai Senpai. Lo spirito di gratitudine, di riconoscenza e di rispetto si manifesta quando si osserva un’etichetta e quando questa viene percepita in modo naturale; bisogna però arrivare a un punto tale che venga spontaneo rispettare le norme del Reigi. Nel Budo come nella vita le nostre azioni devono essere guidate da un cuore puro, nobile e generoso.
Ecco le principali regole da osservare:
1. Al Dojo si arriva 20 minuti prima dell’inizio della lezione. Essere puntuali è segno di rispetto. In caso di impossibilità ad essere puntuali avvisare il Sensei.
2. Ci deve essere una cura per l’igiene del proprio corpo, facendo attenzione ad avere unghie tagliate, piedi puliti, togliere il trucco ecc.
3. Ci si cambia velocemente tenendo conto che sono consentiti solo i keikogi per la pratica. Solo alle donne è concesso di indossare una t-shirt bianca sotto la giacca del keikogi.
4. Si sale sul tatami disponendo le ciabatte parallele al tatami con la punta diretta verso il dojo oppure disposti negli appositi scaffali; una volta entrati bisogna effettuare lo Zarei al Dojo. Si dispongono inoltre il bokken, il jo e il tanken per essere presi celermente in caso di bisogno.
5. Prima del keiko ognuno deve provvedere ad effettuare piccoli esercizi di Aiki Taiso in modo da alimentare la concentrazione ed arrivare già caldi alla lezione.
6. Quando il Dojo è libero dalle lezioni bisogna provvedere alla pulizia del dojo (del tatami in particolare sia prima che alla fine della lezione), attività a cui partecipano tutti gli allievi, a partire dai Kohai; in assenza di Kohai sono gli Yudansha a provvedere alla pulizia del Dojo. Questa mansione rappresenta un ulteriore momento di concentrazione per approcciarsi alla lezione e di ringraziamento per gli insegnamenti ricevuti.
7. Quando il Sensei entra in Dojo, il Senpai dà l’ordine a tutti i praticanti di prepararsi per il saluto e ci si dispone in posizione di Seiza a partire dal Senpai al Kohai (dal grado più alto al grado più basso) da destra verso sinistra centralmente rispetto al Kamiza. Si esegue il saluto pronunciando “Onegaeshimasu” (pronuncia Onegaescimas).
8. Durante la pratica non è consentito indossare monili di alcun tipo, fatta eccezione di una fascia o di un elastico sprovvisti di parti metalliche per raccogliere i capelli.
9. Durante le spiegazioni e la pratica non si deve chiacchierare: domande ed eventuali chiarimenti durante la pratica vanno rivolti direttamente al Sensei.
10. Dopo la spiegazione del Maestro si deve scegliere celermente un compagno invitandolo con Onegaeshimasu. Una volta terminata la pratica ci si congeda dicendo “Domo Arigato Gozai Mashita” (pronuncia Dòmo Arigatò Gozài Masctà).
11. Durante la pratica bisogna solo praticare evitando di spiegare nuovamente le tecniche; ciò è importante perchè così facendo i Kohai sono indotti a seguire con attenzione le spiegazioni. In caso di problemi ci si deve rivolgere direttamente al Sensei.
12. Alla fine della lezione ci si allinea nello stesso ordine dell’inizio e si esegue Zarei insieme al Maestro pronunciando ad alta voce “Domo Arigato Gozai Mashita”.
13. Per salire o scendere dal tatami quando è presente un Maestro o un Senpai va sempre chiesto un permesso preventivo.
14. Per riordinarsi il keikogi o la cintura si chiede al partner “Sumimasen” (scusa), ci si volge verso l’esterno del tatami (mai verso il Kamiza) e lo si fa nel più breve tempo possibile.
15. E’ buona tradizione che i Kohai si occupino di ripiegare l’hakama dei Senpai o del Maestro in segno di gratitudine.
Il Cammino dell’Aikido è lungo, pieno di soddisfazioni e di crescita personale; la pratica dell’Aikido dunque non termina con la lezione, ma perdura in ogni momento. L’Aikido è condivisione, scambio continuo. Ben accetti dunque anche il tempo trascorso insieme dopo il Keiko, che serve a creare gruppo e a creare l’armonia a cui il Fondatore faceva riferimento. Molto del lavoro per la crescita spetta al Maestro. Nonostante tutto però il praticante è colui che in primis è assiduo alle lezioni e si dedica all’Arte con impegno e ricerca. Il Maestro indica la Via, l’allievo la percorre.
Costanza e dedizione, partecipazione alle attività del Dojo e ai Seminari sono i segreti per migliorarsi apprendendo così tecnica ed etichetta.
Ganbatte!