L’Aikido è budo, ossia la “via del guerriero”. Ne ricaviamo quindi un chiaro riferimento alla guerra, al conflitto tra gli uomini. Prendendo però da varie letture (in particolare da un ultimo bellissimo intervento del Maestro Giancarlo Giuriati, pubblicato nel sito del Dojo di Ponte di Piave), sappiamo che al termine budo O’Sensei ha voluto attribuire un significato talmente etico, dandogli la valenza di “via per fermare il combattimento”.
Su questo significato, certamente più consono allo spirito dell’Aikido, sono però nati numerosi equivoci in merito alla pratica dell’Aikido stesso, tanto da snaturare questa Arte Marziale. Infatti, il nobile intento di fermare un conflitto, non vuol dire non essere preparati al conflitto, ma, invece, affrontarlo con la volontà di far desistere chi l’ha originato. Pertanto non concordo con chi interpreta l’Aikido come un’Arte per raggiungere l’armonia del movimento fine a se stessa. Un’interpretazione in tal senso porta molto lontani dal concetto di Arte Marziale, tanto da bandire gli attacchi potenti e le prese forti. Io credo che così l’Aikido perda la sua natura di Arte Marziale. E, a questo proposito, mi viene in mente una citazione molto importante di O’Sensei, il quale ha detto e scritto: “Se non accetterete mai di essere afferrati con forza, non diventerete mai veramente forti”.
A questo punto però occorre riflettere cosa vuol dire essere forti in Aikido. L’Aikido si fonda su principi della fisica e non sulla prestanza fisica. In Aikido, quindi, quando si parla di potenza, non dovrebbe farsi nessun riferimento al peso corporeo e alla massa muscolare di Tori. Questi dovrebbe sapere proiettare il suo Uke solo favorendo, lasciando fluire l’energia di quest’ultimo. La sensazione di Uke dovrebbe essere quella di sentirsi proiettato da un soffio di vento. L’Aikido, quindi si pratica senza l’impiego di potenza muscolare, utilizzando la potenza generata da un corretto movimento circolare delle anche, dagli squilibri, dall’armonizzazione con l’avversario. Al riguardo, mi ricordo un’altra affermazione di O’Sensei, il quale diceva: “Se non vorrai allacciare te stesso al VERO NULLA, mai potrai comprendere il sentiero dell’Aikido”. E a ben riflettere, il NULLA, ovvero il vuoto, davanti a chi attacca lo si crea proprio con il movimento delle anche, con gli squilibri e con l’armonizzazione.
Fausto De Compadri